La frequentazione dei nuraghi dopo la loro costruzione

Un altro evento partecipato e ricco di entusiasmo, il penultimo del ciclo di incontri primaverili che dal 4 marzo hanno animato, in cinque differenti serate, Sa Manifattura di Cagliari. “Paesaggi immutabili: i nuraghi in età romana e medievale” è il titolo del seminario che il 13 maggio ha visto la partecipazione di Dario D’Orlando archeologo che si occupa di civiltà greca e romana, con particolare attenzione alla numismatica, alla ceramica e allo sviluppo del paesaggio antico, e Marco Muresu, ricercatore in Archeologia Cristiana e Medievale presso l’Università di Cagliari, dove insegna Archeologia bizantina e Materiali metallici e Numismatici.

Guidati da Emanuela Abis, socia dell’Associazione, i due studiosi hanno riportato i circa 200 partecipanti indietro nel tempo, per capire meglio la continuità di frequentazione dei nuraghi nei secoli successivi alla loro costruzione.

In età romana e medievale, infatti, questi monumenti continuarono a rivestire un ruolo importante, sia per la loro posizione strategica, sia come centri agricoli e pastorali, con fiorenti relazioni commerciali. Alcuni nuraghi, nel Medioevo, furono trasformati in aree cimiteriali, ospitando sepolture di personaggi di rilievo con ricchi corredi funerari.

 

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