Il villaggio di Presethu Tortu a Orgosolo

<< Il villaggio di Presethu Tortu è scomparso, restituendo alla natura una miriade di sassi, ma i due nuraghi, discosti l’un l’altro solo 800 m, sono bene in piedi e ancora leggibili. Non erano altro che una dimora fortificata del “re” locale (a Mereu) e un grande altare-santuario inglobato in un’ampia corte rettangolare (a Gorropu). Su queste balze si ripresentano le stesse funzioni del santuario nuragico di Serri e dell’antichissimo sito nuragico di Santu Bantine di Sedilo, “Mecca” aperta ai pellegrini di 3-4000 anni or sono. Ai prati di Presethu Tortu convergevano indubbiamente i pellegrini di tutto il Supramonte: dai passi di Gantinarvu, di Solitta, di Janna ’e Gori, di Punta Gruttas, di Sìlana; dai villaggi di Sòvana, di Giulia e di Duavidda. Era un convenire periodico verso la pianura di Campu Mudrecu-Su Disterru, orlata dal nuraghe e dal nuraghe-santuario di Presethu Tortu che, giù in basso, guardava le acque convergere a triangolo, ineffabile spettacolo trinitario la cui grandiosità avvicinava a Dio. Il culto delle acque era molto sentito in Sardegna. Da una delle tre gole, delimitata dalle vertiginose pareti di Cucuttos , zampillava (e zampilla) una copiosa cascata scaturente da una grande fessura verticale, molto simile a una vulva. Oggi è chiamata Cunnu ’e s’Ebba , ‘vulva della cavalla’. Ma il riferimento corre alla vulva della Dea Madre, protettrice delle acque e perenne eccitatrice del “sacro sperma” che il Dio-Padre emette adunando le nubi e scatenando la pioggia fecondatrice. L’orgasmo sacro convergeva dentro i pozzi sacri (ossia dentro la “sacra vagina” che riceveva l’acqua celeste), dove veniva adorato; ma poteva essere adorato anche in luoghi naturali particolarissimi, in santuari naturali come l’alto Gorropu, dove un triangolare convergere delle linee tettoniche aduna le acque sulle ghiaie prative, che le assorbono nascondendo il grandioso scorrere trinitario per riemetterlo subito dopo in una purissima risorgiva unitaria . Quel regolare triangolo di gole e di acque richiama indubbiamente le tre linee del pube femminile entro cui il seme fecondatore penetra per poi fuoriuscire dal materno grembo come unitaria epifanìa di vita >>. ( da “Sentiero Italia” di Salvatore Dedola) .
Negli scatti di Cinzia Olias, Maurizio Cossu, Giovanni Sotgiu e Ponziana Ledda i nuraghi Mereu e Presethu Tortu (Gorroppu) e la gola di Gorroppu vista dal Mereu.
Il filmato della piena a “ Cunnu ‘e s’Ebba” è di Voyager 7000.

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