Il termine tholos, derivato dall’architettura delle più o meno coeve tombe dell’area Egea, soprattutto Micenee, viene spesso alternato alla definizione di “falsa volta”, termini entrambi abbastanza impropri per indicare la copertura delle camere nuragiche per cui attualmente si va affermando la nuova definizione di “corbellatura”, trasposizione forse non molto felice del più corretto termine francese en corbellement. Si tratta, in sostanza, della tecnica elementare del cosiddetto “aggetto” in cui la copertura di pietre è ottenuta facendo sporgere il filare superiore su quello sottostante e restringendone progressivamente il diametro sino ad ottenere, alla sommità, un circolo minimo che poteva essere chiuso da una piccola lastra. La stabilità dei blocchi è garantita dal peso dell’opera muraria che grava sulla parte non aggettante di ogni masso; nei nuraghi, la massa muraria che riempie gli interstizi fra il paramento esterno e le pareti della camera o di altri spazi interni è in genere costituita da pietrame di media o piccola pezzatura oppure anche, più raramente, da una congerie di pietrisco e terra. L’ambiente a tholos, continueremo ad usare questo termine per comodità, in posizione decentrata rispetto alla planimetria della torre, è in genere circolare o al più leggermente ellittico ma esistono rari casi in cui il profilo di base è tendente al quadrangolare (nuraghe Rodas-Bulzi) che negli elevati torna ad assumere la consueta forma circolare. Il diametro della camera può variare notevolmente, soprattutto in relazione alla mole del nuraghe: in genere oscilla fra i 4 e i 5 metri (è di poco superiore ai 5 nel piano terra del nuraghe Santu Antine-Torralba; di m 4,80 nella camera di base del Su Nuraxi-Barumini) ma si conoscono ambienti che raggiungono i m 6,50 (Is Paras-Isili) e persino i 7 metri (Santa Barbara-Villanova Truschedu). L’altezza della camera principale, analogamente, varia dai circa 12 metri del nuraghe Is Paras-Isili, agli 11 del nuraghe Arrubiu-Orroli, per scendere sino ai m 7,80 di Su Nuraxi-Barumini e 7,55 del Santu Antine-Torralba: difficilmente una camera del piano terra poteva essere inferiore ai 6,50-7 metri.
(Paolo Melis “La Sardegna Nuragica – Storia e Monumenti”)
In allegato, i nuraghi: Su Nuraxi di Barumini (ph. Nicola Castangia e Bibi Pinna); Is Paras di Isili (ph. Diversamente Sardi e Francesca Cossu); Santa Barbara di Villanova Truschedu (ph. Sergio Melis e Francesca Cossu); Arrubiu di Orroli (ph. Pasquale Pintori e Francesca Cossu); Santu Antine di Torralba (ph. @Marco Secchi fotografia).