“Il nuraghe ‘S’Ulimu’ (Ulassai), che svetta splendidamente verso il cielo con la sua torre poderosa ed incurante del tempo che si abbatte su di essa, sorge nella piana di ‘Genna ‘e Pauli’, località ricca di corsi d’acqua e di sorgenti…Il monumento è stato edificato con grossi blocchi calcarei proveniente dall’area circostante…in situ è visibile l’architrave che misura in lunghezza quasi 2,50 metri…Ad Est del nuraghe sono visibili i resti di un villaggio, composto da capanne a pianta circolare sparse tra la vegetazione dell’area circostante…”
Leggendo questo passo tratto dal volumetto “Siti archeologici d’Ogliastra”, curato dall’archeologa Caterina Nieddu, e confrontandolo con le foto allegate, sorprende in particolare la grandezza dell’architrave, che così a spanne dovrebbe pesare tra i 50 e i 60 quintali. Le domande conseguenti sono d’obbligo e riguardano comunque, e in generale, la maggior parte delle strutture nuragiche: come hanno fatto i nostri antenati a trasportare e posizionare quest’enorme monolite e per quale motivo si sono voluti complicare la vita scegliendone uno di queste dimensioni? Se un giorno riusciremo a scoprire a quale o a quali funzioni assolvessero i nuraghi, forse il quesito troverebbe l’auspicata soluzione.
Le foto del nuraghe S’Ulimu sono di Gianni Sirigu, Andrea Mura-Nuragando Sardegna e Marco Cocco.