La funzione dei nuraghi è un argomento largamente dibattuto. Paradossalmente, in epoca moderna, alcuni di essi hanno subito un utilizzo (o meglio una violazione) definibile, per essere teneri, anomalo o “alternativo”.

Ciò a conferma dello scarso interesse che questi straordinari monumenti di un lontano passato, hanno riscosso sino a poco tempo fa.

Un caso emblematico è quello del (probabile) nuraghe Monte Santa Vittoria di Pula, qui nelle foto di Marco Cocco e Antonello Gregorini e nella descrizione tratta da www.pula.it:

“Il Nuraghe Monte Santa Vittoria si trova lungo la costa a breve distanza da Pula. Nel corso della seconda guerra mondiale fu inglobato nella monumentale Batteria Boggio. Di esso, all’esterno, residua un grosso paramento nuragico. Il resto è inaccessibile, fintanto che non verrà realizzato il progetto di riqualificazione e restauro del Parco Monte Santa Vittoria e delle Batterie Boggio.

Da esso si aveva il controllo sino ai nuraghi di Sarroch e Perde Sali a nord, e sino a Cala d’Ostia al sud e, naturalmente, sul mare e sulla laguna. Questo avamposto difensivo era equipaggiato con 4 cannoni e aveva il compito di sorvegliare i movimenti navali britannici fra Gibilterra e Malta, per questa ragione Il sistema difensivo cagliaritano, organizzato dalla Regia Marina nella metà degli Anni Trenta, comprendeva una estesa rete di Stazioni di avvistamento e 12 batterie in postazione fissa ripartite in tre gruppi operativi”