“Le espressioni più evidenti della religiosità di età nuragica si manifestano nell’ambito di numerosi complessi cultuali e nelle cospicue strutture monumentali in gran parte connesse a rituali che prevedevano l’uso dell’acqua. Fonti sacre, templi a pozzo, edifici di pianta rettangolare o circolare possono sorgere isolati ma, più di frequente, appaiono associati in modo da comporre spazi articolati di notevole complessità. Intorno ai templi oltre allo sviluppo di agglomerati più o meno estesi di capanne, probabilmente in gran parte utilizzate solo in coincidenza di festività e cerimonie religiose, si osserva la presenza di edifici di varia natura che concorrono a comporre, con soluzioni anche originali, la topografia del santuario. La monumentalità delle strutture, la ricchezza delle decorazioni lapidee e la presenza di arredi esclusivi per i templi, forniscono indizi per la ricostruzione di alcuni caratteri peculiari delle cerimonie orchestrate nell’ambito degli spazi sacri”. (“abstract” dell’articolo della dottoressa Anna Depalmas concernente “il paesaggio sacro nella Sardegna nuragica – Architetture celebrative e spazi cerimoniali nei luoghi di culto e nei santuari”).

Le foto del Santuario federale di Santa Vittoria di Serri sono di Nicola Castangia, Sergio Melis, Bibi Pinna e Maurizio Cossu. La tavola in bianco e nero, annessa alla relazione della dottoressa Depalmas, riguarda sempre il complesso di Santa Vittoria e ne riporta la planimetria (1), la capanna con banchina perimetrale (2) e l’”Insula” del settore settentrionale (rielaborazioni dal Taramelli 1931).