di Giorgio Valdès
Nel suo libro “Hic NU Ra, racconto di un’altra Sardegna” Nicola Porcu, subacqueo professionista e già Ispettore onorario della Sovrintendenza prima della sua scomparsa avvenuta nell’agosto del 2015, riportava un commento di Giovanni Lilliu riferito al ritrovamento del relitto di una nave nuragica poco lontano dalle coste di Arbus. Ritrovamento la cui ricerca scientifica era stata affidata all’archeologa subacquea Emanuela Solinas, in collaborazione con il Gruppo Archeologico Neapolis di Guspini e con l’assistenza tecnica della società O.T. Sub dello stesso Nicola Porcu. Lilliu scriveva in particolare che “…Ai vari materiali di provenienza nuragica poco lontano dalle coste di Arbus, va ora ad aggiungersi una nuova importante testimonianza del commercio tra la Sardegna e l’Etruria. Il recente rinvenimento nel fondale marino presso Arbus…va messo in relazione con un relitto di nave nuragica affondata, forse mentre era in viaggio verso l’Etruria. Questi reperti sono un indizio non trascurabile a conferma dell’ipotesi di attività commerciali della prima Età del Ferro, condotte direttamente dai Sardi…”.
Di questo ritrovamento riferiva anche l’archeologa Luciana Tocco in un quaderno edito nel 2009 dal Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari, da cui abbiamo tratto alcuni brani:
<< Il sito di Rio Dom’e S’Orcu era conosciuto sin dagli anni Venti del XX secolo in seguito a ritrovamenti archeologici occasionali; dai primi anni Settanta vennero inoltre recuperati in mare, nella zona immediatamente antistante la spiaggia, vari lingotti in piombo e in stagno. La prima segnalazione alla Soprintendenza archeologica delle province di Cagliari e Oristano, inoltrata da Tarcisio Agus, risale ai primi anni Ottanta e dette avvio alle indagini assegnate a Giovanni Ugas della Soprintendenza archeologica di Cagliari e Oristano nel settembre del 1982. La Comunità montana di Monte Linas, in accordo con la Soprintendenza archeologica, incaricò quindi la ditta OT SUB di Nicola Porcu e il Gruppo archeologico Neapolis di effettuare prospezioni presso la costa della marina di Arbus, dove già era stata segnalata la presenza di giacimenti subacquei. Le prospezioni furono attuate in più riprese e venne recuperato materiale archeologico in piombo, mentre non risultarono attestati elementi pertinenti allo scafo. La prima notizia in letteratura del rinvenimento archeologico in esame risale invece all’analisi che Giovanni Ugas nel 1984 ne fece sulle pagine del volume “Il Commercio arcaico in Sardegna”: “Un carico navale con lingotti di stagno, oltre che con grappe in piombo e placche di bronzo, è stato recentemente individuato (e parzialmente recuperato) presso il litorale di Arbus (Sardegna sud-occidentale), di fronte alla località di Rio Domu de S’Orcu. Anche se il carico non fosse pertinente, come invece pare, ad una imbarcazione nuragica, non v’ha dubbio che il ritrovamento costituisce un indizio sicuro per ritenere che la Sardegna fosse una tappa importante nella rotta dello stagno nel Mediterraneo “…” In questo primo riferimento il carico di lingotti viene attribuito a epoca nuragica per la presenza di un’ansa di olla indigena datata alla prima Età del Ferro. A questa nota fanno seguito vari contributi che meglio chiariscono la composizione del carico. Nella pubblicazione di Giovanni Ugas e Luisanna Usai il carico del relitto venne posto in relazione con il ricco bacino minerario del Guspinese e dell’Iglesiente, in stretta connessione con un centro di smistamento dei metalli (Sant’Anastasìa-Sardara)”…”L’ultimo riferimento al giacimento subacqueo si deve a Tarcisio Agus: “La scoperta di un relitto in loc. Domu de S’Orku, nel litorale arburese ad una decina di chilometri dalle miniere di Montevecchio e Ingurtosu, può essere una buona base di partenza per una più attenta ricerca sulle produzioni e sui traffici minerari del periodo nuragico. Il sito marino, che forse meriterebbe più attenzione, ha restituito diversi lingotti in piombo e lega, con alte percentuali di stagno (12,40 %), del tipo a macina, a panella e rettangolari, nonché numerose placche di piombo, alcune delle quali ornate a motivi geometrici; lastre in lega di rame, stagno e piombo, e un’ansa di olla fittile nuragica, ascrivibile all’età del ferro”.>>
Le foto sono della società O.T.Sub di Nicola Porcu.