“E’ un pozzo sacro di forma classica, benché mancante di scala, e privo dell’ala sinistra dell’atrio, tranciata da mezzi meccanici al momento della scoperta. E’ svettato a circa 2 m dal suolo, e quindi privo del sistema di copertura, i cui conci sono dispersi tutt’attorno. Lo stretto atrio, caratterizzato dai banconi-sedile, aveva probabilmente una copertura/sovrastruttura ‘a capanna’ con due spioventi, forse con un fastigio, da far pensare alla presenza di spade votive infisse, testimoniato da un concio a tronco di piramide. In tutto il monumento e nei pressi si riconoscono conci a ‘T’, alcuni con bozza mammillare esterna, oltre a vari blocchi sagomati, secondo varie fisionomie, anche con le teste di ariete in altorilievo, altre a denti di lupo, che probabilmente ornavano il settore d’innesto della copertura a capanna sulla muratura dei bracci laterali dell’atrio…” (Brano descrittivo del pozzo sacro di Irru a Nulvi, tratto dalla pubblicazione di Massimo Rassu “Pozzi sacri – Architetture preistoriche per il culto delle acque in Sardegna” – Ed. Condaghes 2016).
Le immagini del pozzo sacro di Irru, a Nulvi, sono di Sergio Melis.