Goffredo Canalis e i nuraghi di Abbasanta

Il nuraghe Losa di Abbasanta è stato oggetto di diverse campagne di scavo, ad iniziare da quella effettuata dal Vivanet e dal Nissardi nel 1890. Il sito, di cui resta ancora da indagare l’originario agglomerato nuragico, fu quindi reso fruibile a seguito degli scavi del 1970 e del 1975 condotti da Ferruccio Barreca, cui seguirono quelli compiuti dal 1989 al 1994 da Vincenzo Santoni, Paolo Benito Serra e Ginetto Bacco. Prima dei vari interventi effettuati l’accessibilità al nuraghe era ovviamente piuttosto precaria, come attestato da Goffredo Canalis nel suo “Dizionario Geografico-Storico-Statistico-Commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna”, dato alle stampe a Torino tra il 1833 e il 1856. In esso, a proposito di Abbasanta si legge: “Trovansi in questo territorio 17 antichissime costruzioni ciclopiche a cono troncato, dette volgarmente ‘norachi’ (nuràghes). La maggior parte sono quasi affatto demoliti; i più considerevoli sono norache Losa, e norache Riga. Di quelli che in parte ancora sussistono l’andito è così basso, che non vi si può entrare che carpone”.
In allegato: il nuraghe Aiga (presumibilmente il Riga di cui parla il Casalis) nelle foto di Cinzia Olias e il nuraghe Losa negli scatti di Antonio Meledina. Le immagini aeree dei due nuraghi di Abbasanta sono di Maurizio Cossu. La foto in bianco e nero del Losa (scavi del Vivanet), risale al 1893.