“Quasi al centro del territorio di Esterzili, sulla propaggine meridionale che dalla vetta del Monte Santa Vittoria degrada verso est, in località Currurueddi, su un breve spiazzo pianeggiante che si stende come un terrazzo irregolare tra i marcati scoscendimenti di un rilievo abbastanza tormentato, è presente un edificio megalitico rettangolare, conosciuto dalla gente del posto col nome di Domu ‘e Urxìa, ossia ‘Casa della Fata Malefica’. Questa costruzione preistorica ha suggestionato la fantasia popolare sia per la posizione della mole in un’area di difficile accesso, sia per la forma curiosa e singolare delle strutture architettoniche, così diverse dai consueti moduli ricorrenti del magalitismo nuragico. Infatti i pastori, i contadini e gli abigeatari che si soffermano ad osservare la linearità del monumento restano come soggiogati da un’antica credenza molto diffusa che ricorda Urxia, la maga crudele che custodisce dentro la sua casa di pietre massicce una botte piena d’oro e d’argento sepolta nei sotterranei inaccessibili dell’edificio stregato acconto ad un’altra botte ove si annidano micidiali mosche assetate di sangue: ‘Is Muscas macceddas’ ossia ‘le mosche assassine’. I coraggiosi violatori del tesoro, ossia de ‘Su Scusorxu’, se vogliono impadronirsi del bottino allettante, devono indovinare in quale botte sono in agguato le mosche per evitare di cadere vittime del maleficio dell’implacabile e gigantesca strega. E’ chiaro che questa credenza popolare è di diretta derivazione da elementi della mitologia classica che ha localizzato in questo tempio, racchiuso anche da una muraglia ellittica esterna, probabilmente una delle tradizioni del mito di Niobe, interpretato alla sarda.
L’edificio di Domu ‘e Urxìa è collocato a quota 978 metri sul livello del mare, in prossimità di una vecchia pista per il bestiame in transumanza, all’incrocio del tratturo verso il salto di Cuccurueddi, in una zona di alti pascoli apprezzati dai pastori e caratterizzati dall’intenso profumo di timo (armidda). Non lontano dalla costruzione, sulla giogaia e sulle pendici del Monte Santa Vittoria, su un’area di alcuni ettari ci sono inoltre le rovine di un notevole villaggio nuragico di capanne a pianta circolare, comprese entro uno spazio in parte racchiuso da mura ciclopiche, un nuraghe, un curioso recinto megalitico, un pozzo sacro nella fonte di Monti ‘e Nuxi, famoso per le sue acque freschissime. La zona era pertanto abitata dai Nuragici fin dalla più remota antichità e già frequentata tra il secondo e il primo millennio avanti Cristo. Il tempio rettangolare ha la pianta a forma di rettangolo allungato ed è costruito con enormi massi di pietra di schisto cristallino grigiastro, detto nella parlata locale ‘perda zippòrra’, forse perché si tratta dello stesso materiale un tempo adoperato per cippi onorari e funerari, oltre che per la copertura di ponticelli e di abitacoli rustici…”(Comune di Esterzili)
Le foto del tempio a Megaron Sa Domu ‘e Urxia sono di Giovanni Sotgiu e Maurizio Cossu. Quelle della fonte sacra di Monte Nuxi sono di Ascanio Saddi, Gianni Sirigu e Andrea Mura- Nuragando Sardegna