“La manifestazione più evidente ed originale della creatività paleosarda, l’architettura nuragica, potrebbe facilmente apparire – e così parve sovente nel passato anche recente – un fatto miracoloso e gravido di mistero: quasi una tropicale efflorescenza costruttiva, improvvisamente sorta senza precedenti e morta senza eredi, lasciando le sue gigantesche ed innumerevoli rovine a testimonianza di un’età leggendaria. Le cause più intime del fenomeno, considerato dal punto di vista della sua eccezionale grandiosità ed estensione e dello sforzo umano del quale esso rappresenta un muto eppure eloquente documento, restano invero ancor oggi un problema insoluto. Ma i progressi della ricerca archeologica ci permettono, allo stato attuale dei nostri studi, di precisarne se non altro l’ambientazione storico-cronologica e la posizione nello sviluppo generale della primitiva architettura mediterranea, attraverso una serie di confronti che valgono ad illuminare, talvolta di scorcio, talvolta in pieno, molte caratteristiche struttive e formali dell’edilizia nuragica…”
Brano tratto da “La Sardegna Nuragica” di Massimo Pallottino. Pubblicazione curata da Giovanni Lilliu per le Edizioni Ilisso – anno 2000.
Nelle foto i nuraghi: Arrubiu di Orroli (Andrea Mura-Nuragando Sardegna); Serbissi di Osini (Lucia Corda); Loschiri di Semestene e Adoni di Villanovatulo (Giovanni Sotgiu); Genna ‘e Corte di Laconi (Bibi Pinna); Ponte di Dualchi (Gianni Sirigu); Santa Barbara di Sindia (Sergio Melis).