I nostri nuraghi hanno dato il nome a un lepidottero che vive in un’area relativamente ristretta (catene del Gennargentu, Sette Fratelli e Limbara) e fortunatamente non a rischio d’estinzione: Si tratta del “Satiro dei nuraghi” (Maniola nurag) “una farfalla di piccole dimensioni, con un’apertura alare di circa 30-45 millimetri, dal colore marrone e arancio, con una macchia scura (ocello) vicino all’apice anteriore. La femmina è leggermente più grande e più chiara del maschio.
Si trova sopra i 400 metri di altitudine. Vola spesso vicino al suolo, tra i cespugli di cisto, nelle radure dei boschi e vicino ai corsi d’acqua. I bruchi si nutrono sulla graminacea Festuca morisiana, che si trova solo in Sardegna. Ha una sola generazione all’anno. Gli adulti volano a tarda primavera, da fine maggio a settembre, a seconda delle condizioni meteorologiche”. (da Sardegna Foreste).
Insieme all’immagine della piccola “maniola nurag” (farfalleitalia.it), proponiamo alcuni nuraghi che si ergono nei territori montuosi citati: Serbissi di Osini (ph. Lucia Corda); Ruinas di Arzana (ph. Giovanni Sotgiu); Sa Fraigada di Sinnai (ph. Gianni Sirigu e Marco Cocco); Monti di Deu a Calangianus (ph. Romano Stangherlin); Agnu di Calangianus (ph. Francesca Cossu).