Il pozzo sacro di Coni, in territorio di Nuragus, si colloca alle pendici del colle di Valenza, al confine tra la Marmilla e il Sarcidano. L’area è storicamente rilevante perché in corrispondenza della chiesa di Santa Maria ‘e Alenza fu rinvenuto il “miliario” che descriveva i lavori di rifacimento della strada “Kalaribus Ulbiam” che aveva un importante stazione in questo sito. Ma l’importanza della zona è dovuta anche alla presenza dell’antico insediamento romano e medioevale di Valenza, presso il quale sorge quel che resta del nuraghe Santu Millanu, un monotorre circondato da un bastione quadrilobato appena individuabile. Il pozzo sacro fu indagato dal Taramelli insieme al nuraghe. Millanu traduce in lingua sarda gli appellativi Emiliano o Gemiliano, e l’aver assegnato a questo monumento il nome di un santo cristiano, forse al fine di cancellare i riferimenti ad antichi culti, è una costante che interessa gran parte dei nuraghi isolani, dei quali sarebbe invece interessante e utile rintracciare le originarie denominazioni. Il glottologo Salvatore Dedola prospetta infine una corrispondenza con il fitonimo millànu=ciclamino la cui base potrebbe provenire dai termini sumerici mi-la-nu, con significato complessivo di “invocazione presentata al Creatore”.
Nelle immagini: Il nuraghe Santu Millanu nelle foto di Gianni Sirigu, Nicola Castangia e Lucia Corda; il pozzo sacro di Coni nelle foto di Alessandro Pilia e Maurizio Cossu.