Dal volumetto dedicato al Santuario nuragico di “Santa Vittoria di Serri”, compreso nella collana “Sardegna Archeologica” (Delfino editore 1988), abbiamo tratto un brano in cui l’autore, l’archeologo Raimondo Zucca, racconta la storia degli scavi, avviati da Antonio Taramelli:
<< …“Chi, partito dalla stazione di Mandas sulla ferrovia secondaria per Sorgono, muove verso settentrione, attraverso ad una regione dalle vasti ondulazioni e con leggieri risalti, molto uniforme ed in gran parte coltivata a grani, con ristretti lembi di vigneti e di coltivi, vede sorgere di fronte una dorsale di colli che dalla verdeggiante zona di olivi e di vigne di Escolca e di Gergei si alza, dapprima con molle declivio, poi bruscamente si aderge con rocce a picco, brulle e rossastre, di lave trachitiche, dai contorni netti e recisi, ancor più vivi e salienti per il confronto con le biancheggianti pendici dei sottostanti calcarei miocenici.
E’ quella la costiera della Giara di Serri, che sorge a cavaliere tra due conche di Gergei e di Isili”.
Con queste parole Antonio Taramelli, Soprintendente alle antichità della Sardegna, nel 1914 descriveva quella Giara di Serri che cinque anni prima gli aveva rivelato il più straordinario villaggio-santuario della Sardegna nuragica.
Giara è un termine geografico comune della Sardegna che indica altopiani livellatissimi dai fianchi precipiti. A confronto con la celebre Giara di Gesturi, nota soprattutto per i suoi indomiti cavallini, e con la vasta Giara di Siddi, il piccolo tavoliere di Serri non avrebbe meritato che una breve menzione negli studi di geologia e di geografia fisica della Sardegna, ma la sorte volle che un medico condotto di Gergei, il dott. Marogna, amico del Taramelli, segnalasse a questi il rilevante interesse dei monumenti preistorici di S.Vittoria di Serri.
Il giovane Soprintendente principiò le sue esplorazioni nel luglio del 1907.
La missione di scavo fu avviata due anni più tardi nel 1909-1910, con la direzione dello stesso Taramelli ed ormai anziano Ispettore Filippo Nissardi e di Raffaele Pettazzoni del Museo Preistorico di Roma>>.
Le foto del santuario cultuale e del tempio a pozzo di Santa Vittoria di Serri sono di: Nicola Castangia, Pasquale Pintori e Bibi Pinna.