Il professor Giovanni Garbini, in merito alla scoperta di un’anfora con scritte “filistee e fenicie” rinvenuta nel sito di S’Arcu ‘e is Forros di Villagrande Strisaili, affermava
“l’importanza eccezionale dell’iscrizione, costituita anche dal contesto archeologico (XII-VII sec. a.C.), che non soltanto fornisce una datazione precisa, ma offre un quadro generale di una presenza orientale anche nella Sardegna interna non sporadica e probabilmente continuativa, come si può dedurre dalla presenza di uno scarabeo egittizzante e del cosiddetto ‘segno di Tanit’, un simbolo fenicio che si rivela pertanto molto più antico di quanto si riteneva finora. L’insieme dei dati archeologici ed epigrafici di S’Arcu ‘e is Forros getta una nuova luce su diversi altri siti della Sardegna, come Sant’Imbenia, presso Alghero, e il nuraghe Nurdòle nel Nuorese, che presentano contesti analoghi; si viene così delineando un quadro storico-culturale della Sardegna piuttosto inaspettato, con una presenza levantina diffusa su tutta l’isola fin dal XIII sec. a.C. e interessata particolarmente alla ricerca e alla lavorazione dei metalli. I coloni fenici che s’insediarono nella costa sud-occidentale erano stati preceduti da altri Fenici che si erano affiancati ai Filistei e che come questi vivevano nei nuraghi accanto alla popolazione locale…”.
Fonte: “Archeologia Viva” – settembre/ottobre 2012.
In foto, il sito di S’Arcu ‘e is Forros a Villagrande Strisaili (ph. Valentino Selis); le immagini dell’anfora “cananea” e di alcuni oggetti, tra cui il simbolo bronzeo di Tanit e lo “scarabeo egittizzante” citati dal professor Garbini; i complessi nuragici di Nurdole a Nuoro (ph. Pasquale Pintori) e di Santr’Imbenia ad Alghero (ph. Marco Cocco).