Nuraghi: atenei Sardegna sostengono candidatura Unesco

(AGI) – Sassari, 12 gen. – Le università sarde di Sassari e Cagliari partecipano, con propri docenti, al progetto regionale per candidare i nuraghi all’inserimento nella lista Unesco di beni Patrimonio dell’Umanità. “In una realtà come la Sardegna ci sono un migliaio di monumenti, 8 mila Tombe di giganti, villaggi nuragici e centri religiosi”, ricorda Maria del Zompo, rettrice dell’università di Cagliari. “La Sardegna ha una ricchezza che va valorizzata e salvaguardata, prendendo come base la consapevolezza scientifica”.

Questa mattina in una videoconferenza stampa congiunta i due atenei hanno ufficializzato l’appoggio al progetto promosso dall’associazione ‘La Sardegna verso l’Unesco’.  (AGI)

(AGI) – Sassari, 12 gen. – “Le università hanno il dovere di stare vicino al territorio per portare un contributo significativo a crescita e sviluppo.  Ora vogliono scaricare qui le scorie di tutto il territorio nazionale”, denuncia Gavino Mariotti, rettore dell’università di Sassari. “Dobbiamo per questo opporci, perché non si può mortificare il territorio in questo modo. Le università sono pronte con le loro competenze per portare il territorio verso la valorizzazione come in questo progetto ambizioso del riconoscimento Unesco”.

L’isola ha un patrimonio diffuso su tutto il territorio, una peculiarità su cui puntano i promotori. “Sono diversi i comuni che hanno deliberato insieme anche al consiglio regionale a favore di questo percorso”, ricorda Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori e presidente dell’associazione, 2e l’appoggio della comunità scientifica ci aiuta a procedere verso un unico grande obiettivo, quello di far uscire la Sardegna da un inspiegabile cono d’ombra per entrare nell’ambito di ciò che è conoscibile nel mondo intero”.

Il riconoscimento Unesco oltre a valorizzare il patrimonio archeologico potrebbe dare un contributo per mettere a sistema tutto il sapere scientifico attorno al mondo nuragico: “Per quanto la ricerca scientifica protostorica sia andata avanti ci sono ancora molte zone oscure i cui studi hanno bisogno di progredire”, spiega Anna Depalmas, archeologa e componente del comitato scientifico dell’associazione ‘Sardegna verso l’Unesco’. “Le due università hanno messo in archivio diverse informazioni che vanno messe a sistema, ci vuole una regia centralizzata, per fare questo occorrono risorse. Il percorso Unesco è un’occasione d’oro per fare questo grande passo”. (AGI)