L’area archeologica di Nora è compresa in un territorio che presenta numerose testimonianze nuragiche tra cui, al suo interno, il pozzo sacro ritratto nella foto di Antonello Gregorini.
Nei pressi dell’insediamento, in località “Punta Santa Vittoria”, è presente quello che parrebbe essere un nuraghe complesso, cui furono sovrapposte, nel corso della seconda guerra mondiale, le costruzioni della batteria antinave Boggio. Dall’esterno è ben visibile il paramento della probabile torre principale. (fonte: Antonello Gregorini)
Sempre in prossimità del compendio archeologico di Nora sono visibili i resti del “Guardia Is Mongias”, un nuraghe quadrilobato, purtroppo distrutto per la realizzazione, sullo stesso sito, della base della Marina Militare. Ne fecero menzione, nell’Ottocento, il Lamarmora e il Cugia. Il Lamarmora rilevò il nuraghe e ne fece delle monografie in cui sono evidenti anche i setti dell’acquedotto romano, passante esattamente sul nuraghe. Attorno erano presenti almeno due pozzi nuragici (fonte: tesi di laurea di Annalisa Uccheddu).
Un altro nuraghe sommerso, potrebbe presumibilmente trovarsi ad ovest di Nora.
A proposito di Nora, secondo la leggenda (mi sia permessa la digressione mitologica), il suo fondatore fu Norace, figlio di Erithia e di Hermes. Erithia era figlia di Gerione, primo re mitologico di Tartesso, nato dall’unione di Crisaore con la ninfa Calliroe. Crisaore nacque a sua volta dal collo, reciso da Perseo, della gorgone Medusa, il cui padre, sempre secondo la mitologia, era Forco, divinità marina che regnava sulla Sardegna e sulla Corsica.
In allegato: il sito archeologico di Nora (ph. Diversamente Sardi, Bibi Pinna e Giorgio Valdès); i resti del nuraghe “Guardia Is Mongias nella foto di Alfredo Ibba e nella restituzione grafica del Lamarmora. Il nuraghe Punta Santa Vittoria (ph. Antonello Gregorini).