“La pratica dell’allevamento, oltre che l’attività venatoria, consentiva di procacciare in abbondanza miele, latte e formaggi, uova, carne fresca e da insaccare e salare, grasso, oltre che lana, corno, osso, pelle, cuoio, setole, piume e penne. Le analisi sui resti di paleofauna degli scavi non consentono ancora di valutare pienamente le percentuali pro capite dei consumi in rapporto ai luoghi e ai periodi dell’età nuragica. I resti ossei del protonuraghe Bruncu Madugui di Gesturi indicano per i tempi intorno al secolo XV-XIV a.C. un’economia mista a prevalenza pastorale con ovicaprini (61%), bovini, suini e cervidi, macellati anche in età adulta, mentre gli ovicaprini sacrificati nel tempio di Su Mulinu durante il I Ferro erano sotto l’anno d’età per ragioni rituali. La sapienza pastorale sarda ha tramandato insuperabili formaggi ovini e caprini provenienti dal tempo dei nuraghi e legati alle scoperte del mitico eroe culturale Aristeo”. Questo scrive Giovanni Ugas nel suo libro “Shardana e Sardegna”, pubblicato nel novembre 2016 dall’editore Delfino. Scrive inoltre che “Non diversamente dai Sardi, gli Shardana erano allevatori oltre che agricoltori, come evidenziano i testi egizi, in particolare il Papiro Wilbour e alcuni testi ugaritici”. Queste ultime considerazioni sono accompagnate da un’interessante nota che si riporta qui di seguito: “…Il papiro Wilbour registra la presenza nella valle del Nilo dello Shardana Rowey, un ‘mniw’, cioè un allevatore di professione, che aveva il suo terreno nell’erbaio del tempio di Ra Harakhti. Inoltre erano inseriti in erbai e foraggiere, talora per le capre bianche di alcune fattorie templari, i terreni assegnati a altri 7 Shardana: portavessillo Ra’messeskheprepi, attendente Seten’amu, soldati semplici Pha’py, Piu, Siptah, Setkha con i fratelli, Wenofre. Nel complesso circa l’8% degli Shardana residenti a Sud del lago El Fayum praticava un’attività pastorale”.
Le foto del villaggio nuragico e protonuraghe Bruncu Madugui o Bruncu Maduli di Gesturi sono di Alex Sardegna e Bibi Pinna. Quelle del nuraghe Su Mulinu di Villanovafranca sono di Diversamente Sardi e Francesca Cossu.