Appello all’Unesco di 150 sindaci. Adesione di metà dei Comuni sardi all’iniziativa dei Riformatori

CAGLIARI. Tutta la Sardegna tutelata dall’Unesco è un’ottima idea. A dirlo sono 150 sindaci, che hanno risposto all’appello lanciato dai Riformatori perché «il paesaggio sardo, compreso quello culturale, sia considerato un bene prezioso per l’umanità». Quasi la metà dei Comuni ha approvato la mozione per mettere al scuro quello che è stato definito un museo a cielo aperto. «La nostra iniziativa – ha detto il consigliere regionale Michele Cossa, elencando la lunga lista delle adesioni – parte dal presupposto che la valorizzazione del patrimonio sardo è anche valorizzazione del patrimonio mondiale». È un paesaggio culturale che può contare su 3500 Domus de Janas, interi campi e isolati Menhir, necropoli scavate nella roccia viva. Ma anche su 10mila torri nuragiche e un migliaio di Tombe dei Giganti. «Finora a custodire questo patrimonio – ha aggiunto Cossa – sono perlopiù i Comuni, che si battono per preservarlo dall’incuria e dall’inciviltà di chi continua a saccheggiarlo. Per poi rilanciare l’appello: «La Sardegna, con i sindaci schierati in prima linea, chiede che quel patrimonio di immenso valore sia messo al sicuro e riconosciuto come tale agli occhi del mondo». La mozione è stata presentata in Consiglio regionale e nei prossimi giorni dovrebbe essere votata all’unanimità. «Siamo sicuri – ha concluso il portavoce dei Riformatori – che nessun partito si tirerà indietro. La nostra vertenza per il riconoscimento del principio d’insularità in Costituzione ha da oggi un tassello in più ed è per questo che puntiamo a ottenere anche il prestigioso sigillo dell’Unesco».