Il tempio nuragico di Malchittu, ad Arzachena, nelle foto di Giovanni Sotgiu, cui si deve anche la premessa alla descrizione tratta da gesecoarzachena.it.
“Per raggiungerlo percorriamo un bellissimo sentiero in mezzo ai graniti di Gallura, un sentiero di circa un chilometro e mezzo in leggera salita, a tratti anche faticoso.
Ma una volta giunti lassù la sacralità del luogo e la sua grande pace rapisce il visitatore che in silenzio può contemplare la bellezza del monumento e dell’ambiente in cui gli antichi costruttori lo hanno eretto.”
Dal sito gesecoarzachena.it:
“Il tempietto di Malchittu si trova in località Malchittu, situata alle porte di Arzachena, sulla strada statale 125 Arzachena-Olbia (SS 125). Nella stessa area sono presenti inoltre il Nuraghe Albucciu e la tomba dei Giganti Moru. Il tempietto si raggiunge esclusivamente a piedi, attraverso un sentiero in salita di circa 1,5 km, a partire dalla biglietteria. L’ultimo tratto, in forte pendenza, è su roccia. Si consiglia pertanto di indossare scarpe comode e di prestare attenzione nel percorso.
Il tempietto di Malchittu è un’interessante e originale edificio di culto nuragico, posto tra due alture granitiche a 120 metri sul livello del mare. Anticamente era protetto da una muraglia difensiva e un nuraghe collocato nell’altura di fronte ad esso, di cui oggi resta solo il crollo. A una quota più bassa si trova anche un grande struttura circolare, forse una capanna.
L’edificio si conserva quasi integralmente; manca solo la copertura che doveva essere a doppio spiovente, costituita da travetti lignei che poggiavano su una trave di colmo.
La camera, di forma rettangolare absidata (lunga 8 metri e larga 4), è preceduta da un atrio quadrangolare creato dal prolungamento dei muri laterali sulla facciata. Per questa caratteristica viene ascritto alla categoria dei templi detti “a megaron”, così chiamati per la somiglianza con architetture dell’area egea e diffusi in Sardegna dal XIII secolo a.C..
All’interno della camera è possibile osservare alcuni arredi presumibilmente legati allo svolgimento di rituali. Un bancone ricavato nella parete di fondo potrebbe aver ospitato delle offerte. Una sorta di sedile al centro della parete destra era forse destinato a un officiante e un altro, di fronte sulla parete opposta, alle persone ammesse ai culti. Un focolare circolare al centro dell’ambiente suggerisce l’utilizzo del fuoco durante riti e incontri cui partecipavano le comunità del territorio circostante. Non si conoscono purtroppo, a causa dell’esiguità dei ritrovamenti, i rituali in uso né a quale divinità fossero rivolti. I frammenti di reperti ceramici ritrovati, hanno permesso di capire che la vita dell’edificio è iniziata nel corso del Bronzo Medio, fra il XVIII e il XVII secolo a.C.”