Il nuraghe Oes di Giave, quasi un unicum nell’ambito dell’architettura nuragica, si erge maestoso nel Meilogu-Logudoro, all’interno della valle dei Nuraghi, nel nord-ovest della Sardegna

La torre principale e una secondaria contengono un’unica camera un tempo suddivisa in tre ambienti da solai lignei sostenuti da riseghe, fissati grazie a fori ricavati nelle strutture murarie. L’insolita e rara caratteristica architettonica ha reso ancora più celebre il nuraghe Oes. Il monumento si adagia sul versante nord-orientale di Campu giavesu nel territorio di Giave, all’interno della piana di Cabu Abbas, nota come Valle dei Nuraghi – una delle aree sarde a più alta densità di nuraghi – a 800 metri dal nuraghe Santu Antine. Risalente a un periodo compreso tra fine dell’età del Bronzo e quella del Ferro (IX-VI secolo a.C.), l’Oes è una maestosa opera di architettura nuragica, costruita con massi di basalto rifiniti. L’edificio principale è costituito da una torre (mastio) a tre piani, il cui tronco di cono ‘cade’ da ogni parte con inclinazione uniforme. È composta da 29 filari di pietre, alta 16 metri e con diametro di 11 e mezzo, il maggiore finora riscontrato nelle costruzioni nuragiche. Un tempo era voltata a tholos (falsa cupola). Addossato ad essa c’è un bastione bilobato, con perimetro di 50 metri, disposto su due livelli e con due ingressi, che racchiude cortile e due torri secondarie. Una di esse è ben conservata. Il complesso in tutto misura 425 metri quadri e comprende anche un’area sacra, con recinto (temenos) di forma vagamente esagonale e tempietto a megaron, resti di una tomba di Giganti, di cui noterai la stele adagiata sul terreno, un vasto insediamento abitativo di capanne circolari ed ellittiche e altre strutture di incerta tipologia (forse cisterne e un secondo tempietto). Tra area sacra e nuraghe, venti massi infissi a coltello nel terreno ricordano un circolo megalitico.

Secondo Giovanni Lilliu, ‘padre’ degli archeologi sardi, sono evidenti le differenze costruttive tra mastio, di epoca più antica, e corpo aggiunto, costruito in età tardiva. In origine si accedeva alla camera al pianterreno del mastio dal cortile, attualmente da un finestrone al primo piano, dopo aver scalato cortina muraria e riempimento del cortile. Una scala elicoidale conduce ai piani superiori, rischiarata da feritoie e con piccoli stipetti per lucerne. È presente anche una nicchia-ripostiglio. Il sistema di copertura e separazione degli ambienti era costituito da soffitti lignei poggianti su riseghe (profonde 25-50 centimetri), fissati alle mura tramite fori. Nel complesso noterai anche anditi e aperture architravate, pareti aggettanti e ampie feritoie disposte a distanza regolare. Della possente cinta muraria che circondava il complesso, avanzano ampi resti, anche di torri di guardia. Vedrai un altro tracciato murario lungo l’asse sud-nord, mentre in direzione sud-est, si evidenziano altri terrazzamenti: forse in origine esistevano più cortine di difesa.

(da: Sardegna Turismo)

Le foto del nuraghe Oes sono di: Marco Secchi, Valentino Selis, Bibi Pinna, Diversamente Sardi, Andrea Mura-Nuragando Sardegna, Pasquale Pintori e Francesca Cossu

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