<<Il nuraghe Lugherras fu tra i primi nuraghi indagati dal Soprintendente Antonio Taramelli e dal suo assistente Filippo Nissardi agli inizi del XX secolo. Dopo la pionieristica esplorazione del nuraghe Losa di Abbasanta, condotta dallo stesso Nissardi nel 1898, e dopo lo scavo del nuraghe Palmavera nel 1905, il ritorno della prima pattuglia di archeologi organizzati sugli altipiani basaltici centro-occidentali della Sardegna nel 1906 fu imposto non solo dalla straordinaria ricchezza e varietà del patrimonio archeologico che già allora emergeva con evidenza, ma soprattutto dalla necessità di sottrarre ai cercatori improvvisati la grande quantità di manufatti votivi di epoca romana repubblicana che colmavano la camera superiore della torre centrale: bruciaprofumi con testa di Demetra (“kernophoroi” in greco) e soprattutto lucerne, cioè proprio le “lugherras” che al nuraghe avevano dato nome. La grande impresa fu quindi dettata da necessità di salvaguardia del patrimonio, compito primario della Soprintendenza che sempre si accompagna alla ricerca…>> (Marco Edoardo Minoja) <<…La presenza della ricca stipe votiva attirò precocemente i cercatori di tesori, già dal XIX sec., cui seguì nel 1906 lo scavo archeologico a cura del Soprintendente Antonio Taramelli e del suo assistente geom. Filippo Nissardi. Il nuraghe Lugherras fu così uno dei primissimi nuraghi esplorati, anche se in modo parziale; lo scavo si limitò, infatti, alle due camere sovrapposte della torre centrale, al cortile, alla camera della torre secondaria antistante e a una piccola parte del settore esterno davanti all’ingresso, mentre rimasero intatte le altre tre torri dell’edificio e tutta la parte esterna e periferica con l’antemurale. L’esplorazione, sebbene parziale, ha fornito una documentazione archeologica di notevole interesse, che ha permesso, insieme all’attenta lettura delle strutture, di ricostruire la storia del complesso monumentale e di ipotizzare la costituzione nell’attuale assetto attraverso tre fasi costruttive e cronologiche distinte, riferibili ad altrettanti periodi nell’ambito della civiltà nuragica: I, torre centrale (Bronzo medio: XVI secolo a.C.); II, il bastione trilobato con cortile e pozzo (Bronzo recente: XIII sec. A.C.); III, torre aggiunta e antemurale (ancora Bronzo recente: XIII-XII sec. A.C.)…>>
I brani sono tratti dal libretto “Il Nuraghe Lugherras dopo i primi interventi”, edito nel 2015 a cura del Comune di Paulilatino e della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle provincie di Cagliari e Oristano.
Le foto del nuraghe Lugherras di Paulilatino sono rispettivamente di Bibi Pinna, Alessandro PIlia, Maurizio Cossu e Franco Vacca.