“Il nome del sito significa ‘Porta dei Mari’; forse deriva dalla sua collocazione geografica, su un’altura ai piedi della Giara da cui è possibile ammirare parte della piana del Campidano e, nelle belle giornate, il mare del golfo di Cagliari. L’insediamento è costituito da un nuraghe trilobato, da un antemurale turrito e dal villaggio di capanne. Al Bronzo Medio risale la grande torre centrale, in seguito fasciata con un bastione trilobato. Fu costruita con scadente materiale di cava, tenera roccia locale, e per questo in stato non ottimale. Resistono solo gli architravi e altre parti costruite in materiale vulcanico. Il villaggio fu abbandonato intorno all’800 a.C. a causa di un violento incendio. All’interno del villaggio sono stati rinvenuti numerosi oggetti di uso quotidiano abbandonati dagli abitanti a causa della fuga precipitosa. Il villaggio fu riutilizzato in età storica fino alla dominazione romana, con funzione di luogo sacro al culto di Demetra e Core, come attestato dagli ex-voto rinvenuti nella torre centrale. Gli oggetti rinvenuti sono esposti nel Museo Archeologico di Villanovaforru. (Giovanni Lilliu: “Sardegna Nuragica”. Edizione Il Maestrale -2006).
Le foto del complesso nuragico di Genna Maria a Villanovaforru sono di Diversamente Sardi, Andrea Mura-Nuragando Sardegna e Francesca Cossu.