Il nuraghe “Aspru” di Benetutti negli scatti di Bruno Sini e Francesca Cossu. In merito al significato del suo nome, il linguista Salvatore Dedola ritiene si tratti di un’italianizzazione e derivi <<dal babilonese “arbu” che ha dato moltissimi termini sardi in “arbu” o “albo” (vedi lemmi che in genere indicano montagne giurassiche ma anche paesi come “Torralba” o nuraghi poderosi come il “Nuraghe Alvo” nel “Supramonte” di Baunei). A sua volta il sardo “arbu” significa “area inutilizzata dall’agricoltura, selvaggia, pascoliva”. Con questo aggettivo i sardiani indicavano tutti i siti inadatti all’agricoltura o comunque molto aspri, utilizzabili esclusivamente dal bestiame indomito>>.
Nei pressi del nuraghe Aspru è presente anche la “domus” omonima – ritratta nella foto di Sergio Melis- a testimonianza di una continuità di frequentazione di quest’area territoriale, tra il neolitico, l’Età del Bronzo e oltre.
Sempre in merito al termine “alvo” o “ alvu”, vogliamo citare anche i due nuraghi “Alvu”, rispettivamente di Pozzomaggiore e di Cossoine, che mostriamo nelle foto di Giovanni Sotgiu.