Nella riedizione di Condaghes (2012) del libro di Duncan Mackenzie “The dolmens, Thombs of the Giants and Nuraghi of Sardinia”, pubblicato a Londra nel 1910, a proposito della Tomba dei Giganti di “S’Altare ‘e Logula” di Sarule (una delle due posizionate a reciproca breve distanza), si legge tra l’altro “…c’è una grossa lastra rettangolare di granito piantata verticalmente nel terreno, ma che ora traballa un poco sul davanti, con una grande cornice in rilievo attorno al bordo…La grande stele centinata ci era familiare, l’avevamo già vista a Borore, Goronna e altrove, ma con una differenza. Qui manca il caratteristico fastigio ricurvo che avrebbe dovuto rifinire la lastra di ingresso in alto. Esaminiamo allora più vicino la grande lastra riversa sul terreno e vediamo che si tratta della mancante stele centinata, caduta a faccia in giù, che, quando era in opera, poggiava sul margine al di sopra dell’altra. Notiamo quindi che la grande stele di ingresso, generalmente monolitica, in questo caso era realizzata in due pezzi separati…”
Questa è sicuramente una caratteristica peculiare di questa sepoltura, ma c’è anche da notare come nella foto in bianco e nero, allegata alla pubblicazione di Mackenzie, la lastra rettangolare fosse a quei tempi ancora integra. Tuttavia, a forza di “traballare”, probabilmente è avvenuto che sia cascata in terra e si sia spezzata. Del successivo restauro, finanziato dalla Comunità Montana locale, riferiva la “Nuova Sardegna” in un articolo pubblicato nel lontano 2004.
Le foto della tomba di giganti di S’Altare ‘e Logula sono di Nuraviganne, Sergio Melis e Giovanni Sotgiu.