Il nuraghe Goni, “uno dei ‘monotorre’ meglio conservati della Sardegna domina dall’alto le verdi valli del Gerrei e l’abitato di Goni, nella parte sud-orientale dell’Isola
Il suo bianco profilo svetta solitario in cima a un altopiano, dalla sua posizione controlla un vasto territorio che comprende anche le sponde del lago Mulargia. Il nuraghe si erge poco fuori dall’abitato del Comune omonimo, piccolo borgo immerso nella valle del Flumendosa. Il monumento sfrutta gli affioramenti rocciosi, inglobati nel basamento, per adattarsi al profilo del rilievo e svilupparsi in altezza in maniera armonica e regolare. La visuale sulla piana sottostante è perfetta. Lo raggiungerai al termine di un sentiero, in parte lastricato, che si inerpica tra la vegetazione per alcune centinaia di metri sul pendio dell’altopiano. La struttura è realizzata in blocchi di calcare sbozzati e disposti in filari regolari che arrivano fino a tre metri e mezza d’altezza e lasciano poi spazio a lunghe e strette lastre. Il diametro esterno è di dieci metri circa, mentre l’attuale altezza totale supera gli otto metri.
La torre ha ‘vissuto’ almeno due fasi costruttive, a causa di un intervento di restauro – avvenuto già in età nuragica – dovuto a un parziale cedimento della struttura muraria. Superato l’ingresso, sormontato da un architrave, accederai a un andito nel quale noterai una nicchia sulla destra. Qui è presente una scala interrotta dopo i primi cinque gradini, che in origine conduceva alla terrazza. A seguito del crollo lo spazio è stato riadattato a garitta di guardia. Nella camera centrale ammirerai una volta a tholos perfettamente integra, chiusa in cima da un lastrone. Sono presenti tre nicchie disposte a croce, una delle quali conduce a un ambiente piccolo e stretto, forse un ripostiglio. Sulla sinistra invece, tra l’andito e un’altra nicchia, osserverai una ‘finestra’ triangolare, attraverso la quale una ripida scala conduceva al piano superiore.
(Da Sardegna Turismo)
Le foto del nuraghe Goni sono di: Marco Cocco, Nicola Castangia, Gianni Sirigu, Andrea Mura-Nuragando Sardegna, Pietrino Mele e Francesca Cossu.