1d: Il tempietto di Malchittu, ad Arzachena, è una costruzione a pianta rettangolare absidata (lunghezza m 14; larghezza m 6), costituita da un vestibolo e una grande camera.
Il vestibolo, quadrangolare, è delimitato da due tratti murari creati dal prolungamento dei lati lunghi dell’edificio, secondo lo schema del tempietto “in antis”: il paramento murario di sinistra ha andamento rettilineo mentre quello di d. risulta curvilineo, dovendosi adattare alla presenza di un affioramento di roccia.
Il lato di fondo del vestibolo – al centro del quale si apre l’ingresso alla camera – culmina in alto con un frontone che, sebbene in buone condizioni, non conserva l’altezza originaria.
La struttura è costruita con massi di medie e grandi dimensioni appena sbozzati: fanno eccezione gli stipiti e l’architrave dell’ingresso, con finestrino di scarico, realizzati con blocchi più grandi ben lavorati.
L’ingresso architravato introduce in un breve andito che presenta su entrambe le pareti una piccola nicchia rettangolare funzionale a contenere una trave per il fissaggio della porta lignea.
Sia l’atrio sia il corridoio d’ingresso hanno il pavimento lastricato.
Il corridoio immette nella camera interna, rettangolare (lunghezza m 8; larghezza m 4): questa mostra, in corrispondenza del muro di fondo, un bancone piuttosto alto, destinato alla deposizione delle offerte; lungo le pareti laterali sono risparmiate due nicchiette per parte e un basso ripiano interrotto, al centro del lato d., da due gradini.
Nel pavimento, originariamente rivestito da un acciottolato regolare, quasi di fronte ai gradini, si trova un focolare circolare delimitato da piccole lastre ben accostate e connesse con malta di fango.
Sul lato s., alcune pietre disposte a semicerchio non risalgono al primo impianto dell’edificio.
La copertura del vano e dell’atrio doveva essere in origine a doppio spiovente, con trave di colmo centrale – poggiante al centro dei due frontoni – che sosteneva i travetti trasversali. (Sardegna Cultura)
Le foto del tempietto di Malchittu, ad Arzachena, sono di Franco Serreli.